F.A.Q.

a che età si può cominciare?

i bambini dai 6 anni in poi possono cominciare senza problemi, a volte anche a 5 anni, la pratica per loro è bilanciata tra esercizio fisico, gioco e tecnica, fino ai 12-13 anni a meno di aver dimostrato una particolare maturità è bene avviarli in questo corso. Gli adulti possono dedicarsi alla pratica senza alcun limite di età, non è mai tardi per cominciare, l’Aikido è una via che ognuno può percorrere come più gli conviene, con il proprio ritmo e in virtù delle proprie capacità, serve a conoscere noi stessi, limiti compresi.

cosa serve per praticare?

all’inizio non serve nient’altro che degli abiti comodi, preferibilmente una tuta e una maglietta a maniche lunghe. Se trovate che l’Aikido vi sia congeniale comprate un keikogi in un qualsiasi negozio sportivo, chiedetene uno di quelli che vengono usati per il judo, non da karate (sono troppo leggeri perché non prevedono prese etc..).
L’Aikikai Italia inoltre prevede un costo d’iscrizione che comprende una copertura assicurativa per la pratica nel dojo e in eventuali stage, sostiene la produzione della rivista aikido e kodomo no aikido che i soci ricevono senza spese aggiuntive, e permette di sostenere gli esami riconosciuti dall’associazione e la possibilità di frequentare gli stage organizzati dalla stessa, la cifra pari a 35 euro per gli adulti e 21 euro per i bambini può essere pagata tramite un bollettino postale che viene consegnato al dojo.

ci si fa male?

sì e no!
no perché dati statistici ci dicono che l’aikido è l’arte marziale con il minor numero di infortuni (al confronto il calcetto è un massacro), non vengono portati colpi di percussione, e seguendo una pratica scrupolosa ci si assicura che le leve e le proiezioni non arrechino danni.
sì, perché le leve possono essere dolorose al momento dell’applicazione, ma non devono lasciare danni, è importante che le persone imparino ad accettare il dolore come uno dei tanti segnali che il corpo ci invia, sia chi applica una leva che chi la riceve deve comprendere quali sono i propri limiti e quelli dell’altro, quando si deve rispettarli e quando è possibile superarli.

si potenzia la muscolatura? si dimagrisce? si suda?

Prima di tutto si fatica! Una pratica corretta dovrebbe portare ad uno sviluppo muscolare armonioso, ben diverso da quello dei body builder, e più simile a quello di un nuotatore o di un praticante di yoga. E’ naturale che quando si è principianti a causa di un certo impaccio il ritmo possa risultare un po’ blando, ma appena svezzati la pratica deve essere intensa, si suda e se non si mangia il doppio di prima indubbiamente si dimagrisce. Ma bisogna ricordarsi che l’aikido mira soprattutto allo sviluppo del proprio centro, e di come la forza da questo si estenda all’ambiente circostante, se volete sviluppare la vostra forza bruta il dojo non fa per voi.

esistono diversi stili di Aikido?

Sì, per usare un’espressione dell’attuale doshu essi sono come i diversi rami che si generano da un unico tronco, il tronco è l’insegnamento di Morihei Ueshiba, un insieme di tecniche e principi che sono stati recepiti dai suoi allievi, e che questi cercano di far evolvere senza tradirne il contenuto.
L’aikikai d’Italia segue il sentiero tracciato dal maestro Tada e dai due shihan che risiedono in Italia Fujimotosensei e Hosokawasensei, senza discostarsi dalla famiglia dell’Aikikai Giappone diretta da Moriteru Ueshiba, il nipote del fondatore.

perché fare Aikido?

L’Aikido è una via per il miglioramento di sé stessi che fa uso dell’insieme corpo-mente come principale strumento di ricerca. Non lo si può studiare sui libri perché non è una conoscenza che si possa afferrare solo in modo teorico, né è sufficiente il puro sforzo fisico ad appropriarsi dei suoi principi. L’Aikido si pratica con i compagni e dal confronto con questi in un ambiente semplificato possiamo trarre gli strumenti per imparare a rapportarci al mondo con serenità e forza di volontà.
Fornirci una profonda conoscenza di sé, una grande libertà individuale, e la capacità di creare rapporti armoniosi con chi ci sta vicino è lo scopo principale dell’Aikido.

l’Aikido è utile alla difesa personale?

L’obiettivo principale dell’aikido non è la difesa personale, è bene precisarlo subito. La nostra disciplina mira prima di tutto ad una consapevolezza corporea e interiore indagata attraverso tecniche di derivazione marziale. Queste tecniche mantengono alcune volte di più alcune volte di meno la loro efficacia, ma sono per noi uno strumento non un fine ultimo. Precisato questo possiamo dire che molto del bagaglio acquisito con la pratica può tornare utile nell’occasione ci si dovesse difendere, la capacità di leggere il linguaggio corporeo di chi ci sta di fronte, di spostarsi dalle traiettorie di attacco raggiungendo posizioni vantaggiose al controllo dell’avversario, di mantenere saldo il proprio equilibrio interno possono tornare utili.

da fuori sembra tutto finto, perché chi attacca cade senza motivo?

Prima di arrivare in cima alle scale è necessario salire un gradino alla volta, il praticante deve ottenere in modo graduale le capacità di eseguire e ricevere una tecnica nel modo opportuno. Per questo motivo a volte gli attacchi e le reazioni sono rigidamente codificati, e come tali possono apparire finti ad uno osservatore esterno, solo una volta che certe capacità risultino acquisite è possibile una pratica più libera e naturale. Quello che si chiede a chi pratica però è sempre una estrema sincerità nel modo di reagire, non si cade se non si sente una leva solo per fare un favore al compagno, né si oppone una resistenza eccessiva che porta ad eventuali danni alle articolazioni. Dall’esterno l’Aikido appare molto più semplice di quanto non sia, è difficile giudicare una leva se non la si è subita, ma saliti sul tatami ci si rende conto che ogni movimento ha una sua logica e che la base della nostra disciplina è proprio la sincerità.

quanto ci vuole a diventare cintura nera? che gradi ci sono?

Ovviamente il tempo necessario a diventare cintura nera dipende da come e quanto si è praticato, una pratica corretta porta mediamente in 6-7 anni al conseguimento della cintura nera, ricordiamoci però che questo è solo il punto di partenza per una pratica di rinnovato vigore e impegno. La pratica dell’Aikido non ha una obiettivo a breve termine, come strumento di conoscenza richiede forse anche più di una vita. Prima di conseguire la cintura nera (shodan) ci sono sei gradi kyu, dal sesto fino al primo. I bambini invece cominciano dal decimo.