Il nostro scopo è quello di costruire un dojo. Non mi riferisco esclusivamente al luogo fisico, tanto più date le oggettive difficoltà a reperire un locale adatto dai costi contenuti, quanto all’insieme delle persone che lo frequentano. Creare un ambiente sereno dove ognuno possa dare senza dover temere per la propria incolumità, dove nel ruolo di uke si dona il proprio corpo al compagno in modo che questi possa studiare la tecnica in tutte le sue sfaccettature, dove nel ruolo di tori, liberandosi della tentazione di forzare la tecnica, la si esplora senza recare danno ad uke.
Il ruolo di uke acquista così un’estrema importanza, è necessario costruire un corpo flessibile e forte, imparare a fornire una costante risposta alle azioni di tori invece di un’inutile resistenza passiva, esaminare la tecnica mentre la si riceve, cogliendone il meccanismo, sentendone in prima persona la dinamica, in modo da poterla replicare successivamente nel momento in cui si alterna il ruolo. Un uke migliore costringe tori a migliorare, perché una tecnica mal eseguita non funziona su un buon uke. Un uke migliore vuol dire una più facile integrazione dei principianti nel dojo, perché in modo graduale uke può guidare l’esecuzione della tecnica nella forma più corretta fino alla sua conclusione. In un dojo sereno, dove si dà importanza ad uke, il rapporto senpai-kohai si esprime in modo naturale, l’ ”anziano” mette a disposizione la sua conoscenza al “giovane”, il “giovane” con il suo miglioramento permette la crescita ulteriore dell’ “anziano”. In un dojo dove si cresce tutti in modo costante e graduale anche l’insegnante cresce, al migliorare degli uke la sua tecnica si affina, e lo studio si rinnova in modo costante, spostando ogni volta il limite più lontano. Sforzarsi di essere un buon uke vuol dire che il proprio miglioramento si traduce in un miglioramento collettivo, che ognuno diventa in modo naturale partecipe dell’insegnamento. Credo profondamente che solo questo sia il modo giusto perché la qualità dell’aikido non si deteriori, ogni insegnante trasmette in modo diretto la propria conoscenza e fornisce all’allievo le capacità per superarlo, in modo che salendo ognuno sulle spalle di chi ci ha preceduto si riesca ad arrivare più in alto.