Giappone 2.0 e Aikidō: giorno 1

Ci siamo svegliati presto e dopo un giro veloce sullo Shinkansen che va in direzione Chiba, scendiamo a Sakudaira la stazione di Saku, città natale del maestro Endo. Qui i primi cinque giorni di Maggio e gli ultimi di Agosto si tiene un seminario intensivo guidato da Endosensei.

Il paesaggio ed il clima sono molto diversi, ci troviamo nel centro del Giappone e la primavera fa un po’ di fatica ad arrivare, delle belle catene montuose caratterizzano i dintorni. A Saku si trova il dojo aperto dal maestro Endo ed ora custodito e guidato da un suo allievo Arigasensei. Siamo troppi per poter praticare nel dojo, quindi le lezioni si tengono nel Budōkan di Saku (il locale palazzetto per le arti marziali) ma il dojo resta il cuore di tutte le attività che non si svolgono sul tatami. Si può essere ospitati e dormire con il futon sul tatami, cenare tutti insieme avendo collaborato alla preparazione del pasto, e trascorrere la serata scambiandosi opinione e conoscendo nuove persone. Fa un po’ impressione vedere l’organizzazione messa in piedi da Arigasensei, che pure restando il chiaro timoniere riesce ad essere vicino a tutti.

La lezione del maestro Endo è chiara, e si apre con un discorso che sottolinea non tanto cosa sia l’Aikidō ma perché e come dobbiamo praticarlo. Porre la propria attenzione a come possiamo far funzionare il corpo, al perché ci comportiamo in un certo modo, al creare una connessione con il partner e al perché questi ci risponde in una determinata maniera, liberandosi dalla voglia di sopraffare e proiettare, è al centro dell’insegnamento del maestro. Senza considerare poi il valore aggiunto di poter praticare con i suoi ottimi studenti che finora avevi solo ammirato nei video delle sue dimostrazioni, Arigasensei, Shimizusensei, Oiwa sensei, ti costringono a lavorare restando presente al 100%.

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