Viaggio in Giappone e Aikido: giorno 4 e 5

Giovedì è stata una giornata calda ma non troppo umida. Alla lezione delle 8.00 c’era il maestro Osawa che ha sostenuto un bel ritmo, mi è capitato di lavorare con un buon uke, Ivan di origini moldave, è stato un vero piacere, tenere un ritmo sostenuto senza la necessità di dimostrare niente ma concentrandosi nello studio. La lezione è volata via, alla fine ero accaldato ma non oltre i limiti del sopportabile. Poi per la seconda volta, da quando pratico all’hombu, mi sono affacciato al turno del primo pomeriggio per la lezione di Fujimakisensei. L’avevo visto in video e non mi aveva lasciato attonito, però esprime una certa potenza e mi incuriosiva. Ho trovato un insegnante solido e molto onesto, saremo stati poco più di una ventina, che ha mantenuto un buon ritmo nella parte iniziale e che poi al salire della stanchezza generale ha tirato fuori tachidori, il disarmo da attacco di spada, per l’ultimo quarto d’ora. Non essendo molti il maestro Fujimaki è venuto due volte a lavorare con me e il mio compagno, si è informato da dove venissi, e infine mi ha chiamato da uke durante una spiegazione. È davvero solido come la roccia, anche se come capacità di esprimere potenza mi ha impressionato di più lavorare con Kuribayashi sensei il giorno prima. Non sono riuscito a fare una terza ora perché la stanchezza accumulata per il caldo, l’umidità e uno scarso interesse per Sasaki sensei si sono sommati insieme e ho preferito riposare, anche perché l’indomani non essendoci nessuno di interessante al secondo turno ho optato per tornare a praticare al primo turno dal Doshu, purtroppo Irie sensei che doveva tenere il secondo e che ho beccato per caso il lunedì trascorso è assente. Venerdì appena sveglio alle 5.30 l’aria era già calda ed umida, le previsioni davano una giornata molto calda, ma arrivare sul tatami e trovare le finestre chiuse e più di 60 persone che fanno la schiuma lascia sconcertati. Non so quando durante la lezione abbiano aperto ma è stato del tutto inutile, ho saputo poi che eravamo arrivati a 37 gradi. Insomma a fine lezione eravamo tutti distrutti, non ho molta esperienza ma per la prima volta ho visto che nessuno si è fermato per concatenare una seconda lezione. Guigè un argentino che ho conosciuto e con cui ho praticato e che vive qui da anni mi ha detto che oggi sarebbe stato troppo caldo e di non fare altre lezioni. Sinceramente mi ero riproposto di fare solo la lezione del Doshu la sera, perché Sekisensei che mi interessava molto è assente e sostituito da Itosensei che non mi entusiasma e Mori sensei mi è stato sconsigliato da più parti. Con Federico allora siamo andati all’Edo Tōkyō museum , vicino al Ryogoku kokugikan lo stadio dove si tengono i tornei di Sumo, un percorso interessante sull’area di Tokyo dalla sua nascita fino al presente, con dei modelli in scala ricostruiti impressionanti. Tornati a casa l’umidità continuava a salire e sapendo che l’ultima lezione del doshu è la più affollata in assoluto mi sono trovato a concludere la giornata con una sola ora di pratica. Davvero frustrante.

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