Viaggio in Giappone e Aikido: giorno 2

Cominciamo subito dal dire che ho dovuto rivedere un po’ al ribasso il mio programma, purtroppo il caldo e soprattutto l’umidità terribile sono sfiancanti. Oggi dopo l’ora di Waka sensei ho sfiorato il colpo di calore. Trovare le finestre chiuse all’inizio della lezione, più di 50 persone sul tatami, un compagno di pratica che viaggia a ritmo sostenuto, e Mitsuteru Ueshiba che in 55 minuti, anzi 50 levando la ginnastica, ti fa fare 8 tecniche, illustrandole solo 4 volte, e gli avanzano pure 15 minuti per il jiyuuwaza (la pratica libera riassuntiva con il compagno) e la frittata è fatta. Mi son dovuto saltare la lezione di Yasuno sensei, che invece era un po’ più fresca e con molta meno gente, tant’è che credo che martedì prossimo farò il contrario, saltare il primo turno e seguire Yasuno. Non so perché ma fa molto più caldo dalle 6.30 alle 7.30 che dalle 8 alle 9. Quindi mi sono riprogrammato la pratica su tre ore al giorno, un turno la mattina privilegiando gli insegnanti che vorrei conoscere e due turni la sera, fare 5 ore potrebbe essere possibile in altre condizioni climatiche ed essendosi già ben abituati al tatami. La lezione di Waka sensei non mi ha entusiasmato, la spiegazione sbrigativa dà il via libera ad un fai come ti pare, dove ognuno interpreta a suo piacimento la traccia offerta. Il mio compagno è un buon allievo argentino di Yasuno sensei e mi sono fatto una lezione indiretta alla Yasuno, interessante ma un po’ estraniante, perché quelli intorno facevano tutti in modo diverso, anche tra loro. Quindi dopo aver raggiunto temperature da ebollizione ho scelto il fermo e il riposo, o quasi. Armato di asciugamano di emergenza, come da guida galattica per autostoppisti, ho cercato di impiegare il tempo andando a visitare il museo di spada ma l’ho trovato chiuso per trasferimento fino a gennaio, sfortuna. Il pomeriggio ho saltato Sakurai sensei, perché tenevo molto di più alla lezione del maestro Osawa. È stata una buona scelta perché Osawa sensei è davvero su un altro livello, in tanti aspetti. Per esempio nella gestione della lezione, già l’alternanza di tecniche tra nagewaza, tecniche di proiezioni, e osaewaza, tecniche di blocco a terra crea un ritmo sostenibile con accelerazioni e rallentamenti, con l’aggiunta di quattro pause acqua rapide dato il pomeriggio caldissimo. Ed anche la fortuna di ritrovare sul tatami il maestro Watanabe, lontano dal suo dojo di Bologna (www.aikidowatanabedojo.it) a Tōkyō per lavoro. Nella pausa prima dell’ultimo turno ci ho dovuto mettere una doccia fredda di 5 minuti per abbassare la temperatura corporea, e ne ho approfittato per un cambio keikogi che era diventato inservibile. Il secondo turno di Osawa era molto più affollato, sempre gestito benissimo nella conduzione, una sola pausa acqua ma qualche correzione in più offrivano dei momenti di respiro e allo stesso tempo delle sottolineature tecniche interessanti. Mi piace quanto il maestro riesca ad essere gentilmente intransigente, se ti vede fare un lavoro diverso nella correzione spiega bene le varianti possibili e sottolinea bene, molto bene, quale sia il lavoro che lui sta richiedendo. Poi se si vuole e si può capire il messaggio dipende a quel punto solo dagli allievi. Buone notizie sul fronte ginocchia, che sono in netta ripresa, e sul mio rapporto con il cementatami, inconsciamente ti trovi ad adottare tante piccole soluzioni che minimizzano l’impatto. Cominciare prima ad impiegare il sostegno delle braccia, addolcire il più possibile tutta la forma, essere fluidi nello scendere, e tanti piccole cose che forse non si registrano neanche. Domani mi ripropongo di seguire dalle 8 alle 9 Kuribayashi sensei, che mi ha impressionato moltissimo nelle sue dimostrazioni alla all japan Aikido e che sarà in Belgio ad inizio novembre, e poi il doppio turno serale di Miyamoto sensei, che so già sarà faticoso.
Alla prossima

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